Sicuramente avrai visto il simbolo raffigurante un bicchiere e una forchetta su diversi contenitori destinati ad entrare a contatto con il cibo.
Questo perché i materiali per uso alimentare, che siano contenitori, piatti e posate usa e getta o pellicole, devono rispondere ad una specifica normativa.
Ciò avviene per garantire che i prodotti utilizzati in cucina siano quanto più sicuri e non rilascino sostanze nocive nelle differenti pietanze che i tuoi clienti mangeranno.
I materiali e gli oggetti concepiti per entrare a contatto con gli alimenti e con l’acqua sono definiti MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) e devono possedere determinati requisiti definiti sia dalla legislazione italiana che da quella europea.
Quindi piatti, posate, pentole, bottiglie, carta da incarto, pellicole di plastica, coltelli da lavoro, imballaggi o etichette destinate a toccare il cibo, per essere a norma, devono riportare il simbolo di bicchiere e forchetta o la dicitura: “per alimenti”.
Per quanto riguarda le pellicole alimentari, inoltre, i produttori devono specificare anche quali sono gli alimenti adatti ad essere avvolti con quel determinato materiale.
Qualora i contenitori non fossero idonei al contatto alimentare, il rischio è che le sostanze nocive e dannose per la salute possano migrare dal materiale all’alimento o comportare un deterioramento delle caratteristiche organolettiche del piatto.
Non tutti i materiali, infatti, possono contenere qualsiasi tipo di alimento e particolare attenzione va prestata anche ai nuovi packaging introdotti per sostituire la plastica, soprattutto per i prodotti monouso.
È sempre buona prassi, quindi, chiedere ai tuoi fornitori la dichiarazione di conformità per i MOCA.
Questa certificazione garantisce che per realizzare quel dato prodotto siano stati rispettati tutti i requisiti obbligatori in tema di igiene alimentare.
Ma quali sono i regolamenti e i decreti che i MOCA devono rispettare?
Vediamo di riassumere gli aspetti più importanti che devi tenere in considerazione in un quadro vasto e articolato come quello della normativa sui MOCA.
- Decreto MOCA: cosa dice la legge
- Prodotti monouso: in che direzione stiamo andando?
- Come acquistare ed utilizzare i MOCA in totale sicurezza
- Confezioni monodose in risposta al Covid-19
Indice
Decreto MOCA: cosa dice la legge
La disciplina relativa a materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti è costituita da più regolamenti che si integrano a vicenda.
I soggetti coinvolti dalla legislazione sono molteplici e si collocano lungo tutta la catena di approvvigionamento e sono:
- Produttori
- Importatori
- Distributori
- Utilizzatori
In Italia il Ministero della Salute ha attuato i primi passi in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande nel 1962.
Ad oggi però la principale norma a livello comunitario, che detta i requisiti generali che devono possedere i MOCA, è il Regolamento (CE) 1935/2004.
In questo documento si stabilisce che nella produzione di contenitori e materiali idonei a venire a contatto con gli alimenti i produttori debbano seguire buone pratiche di fabbricazione.
Inoltre, in condizioni di impiego abituale dei MOCA, questi non devono trasferire agli alimenti sostanze in quantità tale da:
- Costituire un pericolo per la salute umana
- Comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari
- Provocare un deterioramento delle caratteristiche organolettiche
I MOCA sottoposti a regolamentazione sono tra l’altro elencati nell’Allegato I dello stesso Regolamento.
La stessa normativa specifica anche che i produttori devono assicurare una comunicazione adeguata sull’impiego dei materiali e degli oggetti fabbricati.
La comunicazione in questione si rivolge:
- Agli utilizzatori a valle, attraverso la dichiarazione di conformità ossia un documento che attesta l’idoneità del MOCA a venire a contatto con gli alimenti. Il produttore è obbligato a rilasciarlo e il fruitore finale deve conservarlo.
- Ai rivenditori e consumatori finali, mediante l’etichettatura (che deve riportare il simbolo con il bicchiere e la forchetta).
I riferimenti normativi riguardanti i MOCA sono molteplici, soprattutto perché le disposizioni previste per i singoli materiali sono contenute in direttive specifiche, ma è importante citare anche il Regolamento europeo 2023/2006.
Questo documento riporta le buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti e armonizza le disposizioni in vigore nei singoli Stati membri dell’Unione Europea.
Nel 2020, infine, è stato emanato un nuovo emendamento al regolamento (UE) 10/2011 che riguarda i materiali e i prodotti in plastica.
Alle sanzioni, invece, ha pensato il Decreto Legislativo n. 29 del 10/02/2017 “Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui ai regolamenti comunitari in materia di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari e alimenti – Moca”.
I provvedimenti per le infrazioni sono decisamente onerosi e possono arrivare fino a 80mila euro in caso di cessione di sostanze pericolose per la salute.
Prodotti monouso: in che direzione stiamo andando?
L’Unione Europea ha previsto con la Direttiva 2019/904 che entro il 2026 dovranno essere ridotti in modo significativo alcuni oggetti in plastica monouso e prodotti di plastica oxo-degradabile.
Nel mirino della norma vi sono non solo posate, piatti o cannucce, ma anche alcuni packaging destinati al food delivery.
Ne sono un esempio i contenitori e i bicchieri in polistirene espanso, con o senza coperchio, destinati all’asporto o per contenere alimenti che devono essere consumati direttamente nel recipiente (come avviene ad esempio nei fast food).
Per rispondere alla direttiva europea alcuni produttori stanno studiando soluzioni meno dannose per l’ambiente realizzate con bioplastiche o materiali alternativi.
Alcune aziende, invece, stanno puntando sull’alluminio, sfruttando questo materiale per realizzare tubetti per alimenti monodose.
Questo perché l’alluminio è un materiale riciclabile al 100% e il processo di riciclo impiega fino al 95% di energia in meno rispetto alla produzione da materia prima nuova.
Ciò rende i tubetti deformabili in alluminio un perfetto packaging ecosostenibile adatto alla conservazione alimentare di salse o marmellate.
Come acquistare ed utilizzare i MOCA in totale sicurezza
I materiali destinati ad entrare a contatto con gli alimenti devono essere utilizzati in specifiche condizioni di tempo e temperatura, secondo quanto indicato dal produttore sulle confezioni.
Questo per evitare il rischio di contaminazione, ossia che alcune molecole dell’imballaggio vengano trasferite all’alimento e di conseguenza ingerite dai clienti.
A cosa dovresti prestare attenzione quando decidi di acquistare e utilizzare i MOCA? Possiamo riassumere la risposta in 7 punti chiave.
- Compra prodotti di qualità che abbiano il simbolo di bicchiere e forchetta o la dicitura: “per alimenti” o altra menzione specifica;
- Verifica che il MOCA sia dotato della dichiarazione di conformità e conservala perché in caso di controlli puoi esibirla per attestare l’idoneità dei materiali utilizzati;
- Confrontati con un consulente tecnico esperto di sicurezza alimentare per verificare che il tuo Piano HACCP sia aggiornato e indichi i sistemi di gestione dei MOCA (acquisizione delle dichiarazioni di conformità, gestione delle non conformità, rintracciabilità, modalità di stoccaggio);
- Assicurati che il contenitore o il materiale comprato sia rintracciabile (sarà sufficiente disporre della fattura d’acquisto);
- Attieniti alle indicazioni del produttore per la manutenzione del MOCA;
- Controlla sempre le condizioni di utilizzo riportate sull’etichetta apposta sul packaging. Non tutti i materiali, infatti, sono idonei per avvolgere cibi grassi, acidi o umidi. Ad esempio l’alluminio non può essere messo a contatto con alimenti acidi o salati;
- Fai attenzione agli oggetti danneggiati in quanto potrebbero non essere più idonei al contatto con il cibo o le bevande.
Una volta comprati, dovrai conservare i MOCA fino al momento dell’utilizzo in modo tale da poter assicurare un adeguato mantenimento sotto il profilo dell’igiene alimentare.
Quali contenitori si possono utilizzare per il food delivery?
Durante la pandemia da Covid-19 molti ristoranti e pub si sono organizzati con attività di take-away e consegna a domicilio.
In molti si sono rivolti ad aziende specializzate come: Deliveroo Glovo o Alfonsino, altri hanno deciso di gestire in autonomia le consegne occupandosi anche del trasporto dei piatti.
In entrambi i casi va tenuto conto dell’interazione tra la natura dell’alimento e il materiale con cui questo entra in contatto.
Come abbiamo visto, infatti, non tutti i MOCA sono adatti per contenere qualsiasi tipo di alimento o per resistere alle più disparate temperature.
In caso di errore potresti assistere, infatti, alla migrazione di materiale chimico dal packaging all’alimento, creando problemi più o meno gravi che potrebbero avere ripercussioni legislative o per la salute dei tuoi clienti.
I MOCA più adatti al food delivery quindi devono poter consentire il mantenimento del legame caldo (sopra i 65°C) o freddo (sotto i 10°C) durante tutto il tragitto dalla cucina del tuo locale al consumatore finale.
Per garantire che anche l’ultimo pasto della giornata giunga a destinazione alla giusta temperatura è importante non solo che tu scelga con cura il contenitore primario, ossia quello direttamente a contatto con il cibo, ma anche quello secondario, vale a dire quello usato per le consegne.
Dal momento che per la sicurezza dell’alimento ai fini della prevenzione del rischio Covid tutti i contenitori secondari devono essere sanificati frequentemente, diventa indispensabile scegliere materiali che, oltre a garantire la giusta temperatura durante il trasporto, possano essere puliti.
Tra gli imballaggi utilizzabili a tale scopo rientrano le borse termiche o i contenitori in polistirene espanso.
Oltre a rispettare le norme che regolano l’attività di delivery e take-away dovresti quindi valutare anche il tipo di packaging più indicato per consegnare i tuoi piatti e verificarne le caratteristiche di utilizzo.
Confezioni monodose in risposta al Covid-19
In tempi di Covid, pur non rappresentando un obbligo di legge, i protocolli nazionali e regionali consigliano di ricorrere all’uso delle monodosi per non dover sanificare ogni volta gli oggetti presenti sui tavoli, come ad esempio i contenitori per i condimenti.
Le “Indicazioni ad interim sul contenimento del contagio da SARS-CoV-2 e sull’igiene degli alimenti nell’ambito della ristorazione e somministrazione di alimenti” richiedono un’adeguata sanificazione di tutti gli oggetti utilizzati per un servizio prima che questi vengano messi a disposizione di nuovi clienti.
La scelta del formato, e di conseguenza dell’imballaggio più adatto, può essere utile per ridurre il rischio di trasmissione del coronavirus anche in sala evitando tutti quegli oggetti che solitamente rimangono sul tavolo, passando da un cliente all’altro.
I prodotti monodose, quindi, riescono perfettamente ad ovviare al problema della sanificazione tra un commensale e l’altro.
Tuttavia, seppur pratiche e igieniche queste tipologie di confezioni non sempre sono ecologiche e rappresentano sicuramente un rifiuto in più da smaltire.